A stilare i cinque cardini dell’agricoltura sostenibile, dicevamo, ci ha pensato a suo tempo la Food and Agriculture Organization , organizzazione che fa capo alle Nazioni Unite. Il primo è l’obiettivo di aumentare produttività, occupazione e valore aggiunto nei sistemi alimentari, attraverso un cambiamento delle pratiche e dei processi agricoli improntato a garantire i rifornimenti alimentari e alla riduzione dei consumi di acqua ed energia. Il secondo principio punta alla protezione e al miglioramento delle risorse naturali: in quest’ambito rientrano la conservazione dell’ambiente, il contenimento dell’inquinamento delle fonti idriche, la lotta alla distruzione di habitat e degli ecosistemi, il deterioramento dei terreni.
Il terzo principio riguarda il miglioramento dei mezzi di sussistenza, favorendo una crescita economica inclusiva. Il quarto punta sull’accrescimento della resilienza, sia che si tratti delle persone, sia delle comunità e sia degli ecosistemi. Questo implica la trasformazione dei modelli produttivi per fare in modo che si riesca a contenere al massimo, fino a minimizzarlo, l’impatto che potrebbe derivare da eventi estremi dovuti ai cambiamenti climatici o dalla variabilità dei prezzi di mercato. Il quinto e ultimo punto è la sfida di adattare la governance del settore alle nuove sfide, grazie a una serie di norme che renda possibile un equilibrio tra pubblico e privato assicurando trasparenza ed equità.
Il legame tra persone sane, società sane e un pianeta sano pone i sistemi alimentari sostenibili al centro del Green Deal europeo, la strategia dell'UE per una crescita sostenibile e inclusiva concepita per stimolare l'economia, migliorare la salute e la qualità della vita dei cittadini e tutelare la natura.
Il sistema agricolo e alimentare europeo, sostenuto dalla politica agricola comune, è già uno standard globale in termini di sicurezza, sicurezza dell'approvvigionamento, nutrizione e qualità. Ora deve diventare anche lo standard globale per la sostenibilità. Il passaggio a un sistema alimentare sostenibile, in grado di garantire al tempo spesso la disponibilità dei prodotti a prezzi accessibili, apporta benefici ambientali, sanitari e sociali e offre vantaggi economici più equi.
Per questo motivo a luglio 2023 la Commissione ha adottato un pacchetto di misure per un uso sostenibile delle principali risorse naturali, che mira anche a rafforzare la resilienza del settore agroalimentare europeo. Il pacchetto comprende una nuova normativa sul monitoraggio dei suoli, che contribuirà alla salubrità dei suoli nell'UE entro il 2050, un regolamento sulle piante prodotte mediante tecniche genomiche e misure per ridurre i rifiuti alimentari e tessili. La sua adozione completa le precedenti proposte nell'ambito del pilastro "Risorse naturali" del Green Deal.
Gli obiettivi dell'UE sono:
L’agricoltura italiana è tra le più sostenibili in Europa, con una quantità di emissioni pari a 30 mln di tonnellate di CO2 equivalenti, nettamente inferiori a quelle di Francia (76 mln), Germania (66 mln), Regno Unito (41 mln) e Spagna (39 mln).
Il settore ha ridotto del 20% l’uso di pesticidi (2011-2018), a fronte di un aumento negli altri paesi europei (Francia e Germania) ha aumentato l’utilizzo e la produzione di energie rinnovabili e ha ridotto i consumi di acqua.
L’Italia ha poi il primato comunitario di giovani (gli under 35 alla guida di un’impresa agricola sono oltre 56 mila) e donne in agricoltura (un’azienda agricola su quattro – 28% – è guidata da donne: quasi 210mila imprenditrici).
novembre 2024 | ||||||
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